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straniamento

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‘straniamento’

ecco il punto …
io conosco io solo
una volta che il mito ha preso piede
non mi sottraggo
indosso la sua maschera
il momento della rivelazione
ancor che giunto
parla con altra voce
che non è la mia
un’interpretazione efficacissima quanto
de-costruita
commisurata a
ciò che non avrei voluto dire
che non dico
per diffidenza di linguaggio
silologico
un parlare artato quanto liturgico
ingannevole

“a mascherare a tal punto la realtà da poterla
riconoscere solo quando non ne avrà più coscienza” (Eco)

della naturalità in-intenzionale
fisiognomica deturpata
teatralità tragicomica non cercata
di posa scenica
quanto voluta – forse (?)
che il mito rivela di un castigo divino
ambiguità senza rinunce
segregazione e abnegazione ribellione
di sguardi frugali
per un ‘gioco’ di assenze e presenze
claustrofobiche (?)
sintomatici di timor dèi
fallace
mistificatorio e performativo
d’obbedienza ingannevole onde
la costruzione di un mostro
io – forse (?)

succube di un complotto






 Rosetta Sacchi - 31/01/2023 21:51:00 [ leggi altri commenti di Rosetta Sacchi » ]

Semplici artifici linguistici o estraniazione?
Una serie di interrogativi si sussegue nei versi. E la loro potenza risiede in questi interrogativi.
O forse nella capacità di stare al gioco e solo per questo accettare una maschera o forse nell’ambiguità di un gioco di assenze e presenze fino ad arrivare ad una sorta di percezione -sensazione ma anche dubbio di impersonificare un mostro.
C’è un motivo per tutto ed anche per questo.

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