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al testo di Giorgio Mancinelli
straniamento
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‘straniamento’
ecco il punto … io conosco io solo una volta che il mito ha preso piede non mi sottraggo indosso la sua maschera il momento della rivelazione ancor che giunto parla con altra voce che non è la mia un’interpretazione efficacissima quanto de-costruita commisurata a ciò che non avrei voluto dire che non dico per diffidenza di linguaggio silologico un parlare artato quanto liturgico ingannevole
“a mascherare a tal punto la realtà da poterla riconoscere solo quando non ne avrà più coscienza” (Eco)
della naturalità in-intenzionale fisiognomica deturpata teatralità tragicomica non cercata di posa scenica quanto voluta – forse (?) che il mito rivela di un castigo divino ambiguità senza rinunce segregazione e abnegazione ribellione di sguardi frugali per un ‘gioco’ di assenze e presenze claustrofobiche (?) sintomatici di timor dèi fallace mistificatorio e performativo d’obbedienza ingannevole onde la costruzione di un mostro io – forse (?)
succube di un complotto
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Rosetta Sacchi
- 31/01/2023 21:51:00
[ leggi altri commenti di Rosetta Sacchi » ]
Semplici artifici linguistici o estraniazione? Una serie di interrogativi si sussegue nei versi. E la loro potenza risiede in questi interrogativi. O forse nella capacità di stare al gioco e solo per questo accettare una maschera o forse nellambiguità di un gioco di assenze e presenze fino ad arrivare ad una sorta di percezione -sensazione ma anche dubbio di impersonificare un mostro. Cè un motivo per tutto ed anche per questo.
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